Le Valli dei Cavalieri

pubblicato il: 08/08/2015

autore: Rachele Grassi

Le Valli dei Cavalieri

La suggestiva denominazione di questo territorio è molto antica e lo caratterizza dal punto di vista storico-culturale, da oltre mille anni.

DSCF0098.JPG
vairo1.JPG
trev4.jpg

 

Il territorio che prende il nome di Valli dei Cavalieri è un’ampia area dell’Appennino emiliano, divisa oggi tra le province di Parma e Reggio Emilia (Comuni di Palanzano, Ramiseto e Collagna), al confine con la Toscana. Si tratta di un’area di crinale compresa tra il corso del fiume Secchia e quello della Cedra, con al centro la val d’Enza.

La suggestiva denominazione di questo territorio è molto antica e lo caratterizza dal punto di vista storico-culturale, da oltre mille anni. Le Valli dei Cavalieri devono infatti il proprio nome ai Milites, i Cavalieri, che le abitavano in epoca medievale e che sono stati capaci di dominare ed organizzare il territorio in modo tale che ancora oggi tra la popolazione sia presente il ricordo delle loro imprese. Questi Cavalieri erano membri delle famiglie nobili locali, alcune di origine longobarda, che diedero vita, appena dopo l’anno mille, ad un’organizzazione definita dalle fonti storiche Commune Militum in quelle terre montane caratterizzate dalla presenza di numerosi castelli, torri e borghi fortificati.

I Cavalieri in cambio dell’autonomia politica di cui godevano si impegnavano a fornire appoggio alla città di Parma in caso di guerra, momento in cui questi nobili scendevano con le loro “masnade di armati” in città formando un contingente di cavalleria, erano accompagnati anche dalla fanteria composta dagli abitanti delle loro terre abili alle armi, che li seguivano in ogni battaglia; il loro era un vero e proprio modo di vivere, che coinvolgeva tutta la popolazione, che continuò per secoli a seguire in battaglia i Milites, finchè non vennero organizzati gli eserciti ducali nel’500. Ricevevano in cambio alcuni vantaggi, concessi dalla città di Parma, che consistevano nell’esenzione dal pagamento dei tributi “sui buoi e sulle zappe” per i nobili e per chi allevava i cavalli per l’esercito, inoltre i Milites avevano la giurisdizione su tutte le arti concernenti l’equipaggiamento di un Cavaliere e del suo cavallo (i fabbri ed i maniscalchi che costruivano armi, armature e scudi e gli artigiani che costruivano i paramenti: selle, briglie e cavezze).

Tra le antiche famiglie spicca per importanza quella dei nobili da Vallisnera, di stirpe longobarda, che deteneva in feudo buona parte delle Valli dei Cavalieri, compresi gli imponenti castelli di Vallisnera (RE) e Vairo (PR). Terre concesse dalle città di Parma e di Reggio Emilia, ma che in realtà amministrarono come loro a tutti gli effetti, insieme alle famiglie dei Cavalieri, ininterrottamente dal XI secolo fino alla leggi sulla soppressione dei feudi nel 1796, in terra reggiana, e nel 1805 in area parmense; uno straordinario esempio di continuità, a dispetto di tutti i capovolgimenti che caratterizzarono il nord Italia in quegli ottocento anni.

Per descrivere il carattere di questa gente non ci sono parole migliori di quelle dello studioso Angelo Odoadri da Herba: “…. mai non li è possuto comandar perché dicon loro esser liberi”. 

 


Siamo Qui